SARA’ LA BELLEZZA DELLE DIVERSITA’ A SALVARE IL MONDO
Ci sono cose che difficilmente si imparano tra i banchi di scuola. Cose che si imparano solo se ci si guarda intorno con occhi nuovi, se si è disposti ad abbandonare preconcetti e smantellare castelli di verità preconfezionate e accettate acriticamente, anche quando sembra scomodo.
A volte è necessario andare dall’altra parte del mondo per rendersi conto che molte cose che diamo per scontate risultano assurde per qualcun altro e che il loro opposto potrebbe essere altrettanto vero.
Non c’è giusto o sbagliato. Non c’è mai un’unica versione della storia.
Quando si guarda una faccia della medaglia non s può vedere anche l’altra, se non si fa lo sforzo di rovesciarla.
Il pericolo che si annida negli stereotipi è alto. Accecano. Non aiutano a conoscere o a crescere e, siccome ciò che non si conosce fa paura e la paura porta l’uomo all’autodifesa, la guerra a ciò che non è conforme alla propria concezione di ‘normalità’ è sempre in corso.
Serve mente aperta per vedere ciò che sta sotto la punta dell’iceberg.
La conoscenza è il primo passo nel cammino dell’accettazione della diversità. Ma non basta. Il percorso è lungo.
La conoscenza impartita spesso porta a cadere in errore. Il racconto di verità assolute e immutabili fa credere che non esistano altre versioni possibili.
Fra tanti. Se ci si concentra soltanto sui pur innegabili pericoli di una immigrazione incontrollata, si finisce per perdere quella parte della storia fatta di padri e madri disposti a sacrificare la vita alla ricerca della felicità propria e dei propri figli.
Occorre guardare oltre. E imparare a riflettere, con animo critico. Ad ascoltare voci diverse. A guardare le cose da angolazioni diverse, perché, come dice il professor John Keating ne ‘L’attimo fuggente’, il momento in cui crediamo di sapere qualcosa è quello in cui dobbiamo iniziare a guardare da un’altra prospettiva.
Costa sacrificio di studio e capacità di mettersi in discussione, ma la conquista ultima è quella della libertà.
Solo comprendendo e abbandonando ogni comoda superficilità è possibile togliere ogni spazio alla paura e scoprire che le differenze non rappresentano un pericolo ma il motore dell’agire umano.
La diversità è bellezza. E, se la bellezza salverà il mondo come diceva lo Cvetan Todorov, è bello credere che saranno proprio le differenze a farlo.
Di ALICE INTERLIGGI