Scienza e filosofia, per il vero progresso
Il binomio ‘filosofia-scienza’ segna ogni percorso di vita, specie di natura politica.
La sperimentazione e la razionalità acquistano senso e utilità soltanto se filtrate da visione, introspezione e studio di tutte le possibili implicazioni, sul piano individuale o collettivo.
Il welfare moderno nasce così, per le vie del superamento del ‘solipsismo’. Un termine esprime una certa teoria filosofica combinando le parole ‘solus’ (solo) e ‘ipse’ (se stesso). Si tratta di un orientamento spesso ignorato, ma ben strutturato attorno alla coscienza del singolo come base delle valutazioni e, in quanto tale, come limite alla conoscenza.
Quando il singolo si concentra su se stesso nell’interpretazione dei risultati scientifici commette un doppio errore. Isolandosi perde la percezione del contesto. Non considera quel dato fondamentale costituito dagli equilibri e dalle storture che connotato ogni tessuto sociale. Dimentica che anche dall’esperienza altrui è possibile cogliere insegnamenti preziosi, e che il capolavoro è sempre fatto dal confronto tra pensieri diversi, diverse sensibilità.
In ‘Principles of Social Reconstruction’, Bertrand Russell si interroga sul parametro di corretta valutazione dell’evoluzione sociale, combinando dato scientifico e componente antropologica.
Oggi è pericolosamente sottovalutato l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla crescita della società. La Cina ha già sperimentato la prima robotica all’interno del cervello umano. Il rischio di un’evoluzione tecnologica incontrollata, senza freni, è la sostituzione dell’uomo con la macchina in ogni ambito, sociale e lavorativo. E, di conseguenza, che si perda la capacità di pensiero e di ragionamento. L’automatismo delle soluzioni annienterà la capacità di riflessioni.
Nei millenni, sono stati l’intuito, lo studio, la passione, l’amore per la conoscenza a segnare l’evoluzione delle Civiltà. Proprio quelle qualità che si vanno completamente perdendo.
Ci si chiede dove arriverà l’umanità procedendo per questa strada.
Il processo già avviato è quello della generalizzata omologazione. Vogliamo essere tutti uguali. Vogliamo fare tutti le stesse cose, senza il coraggio delle ambizioni. E alla fine saremo tutti fungibili e chiederemo di essere sostituiti dall’intelligenza artificiale per timore di situazioni di stress e sacrificio.
In tempi non sospetti, Russel paventava proprio questo. Attraverso i cinque postulati (della quasi permanenza, delle linee causali e separabili, della continuità spazio-temporale, dell’origine causale comune, di strutture simili disposte da soggetti diversi e dell’analogia), immaginava un sistema nel quale la logica è fondamentale, e accompagna sempre la scienza, che da sola non serve a creare un welfare adeguato.
Se la politica, se ciascuno di noi non darà un contributo per dettare i tempi del progresso, quello che si otterrà sarà il risultato opposto, di una involuzione della specie. Con buona pace per la serena convivenza, l’uguaglianza e l’equità sociale.
L’umanità può fare davvero dei passi in avanti soltanto se si rende in grado di tutelare l’ambiente. E con questo non intendo soltanto la protezione della natura, ma soprattutto della persona, che è motore del Pianeta.
Sia ora il momento della riaffermazione dei principi, dei valori.
Uguaglianza, fratellanza, solidarietà, pari opportunità. Amore per la cultura.
Sarebbe bello se la politica, finalmente, cominciasse ad avere maggiore visione, e cominciasse a porre un freno all’anarchia del digitale promuovendo la libera iniziativa, alimentando la passione e i desideri, rendendone possibile la realizzazione.
Sia dato spazio all’intelligenza artificiale. Ma sia preservata una componente ineliminabile di umanità. Sarà quella componente l’àncora di salvezza dell’Uomo, perché non si perdano passioni, voglia di stare insieme e di relazione.
Si gioca oggi la partita più importante. È questo il tempo del coraggio.