
Sciopero ANM: la giustizia sia causa comune, non pretesto per affermazione di posizioni di categoria
Confermato il nuovo sciopero dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Si protesta ancora contro la decisione di introdurre una separazione delle carriere. Ad argomento, il pericolo che, per tale via, i pm possano scivolare sotto il controllo dell’esecutivo e dunque sostanzialmente piegarsi a dictat politici e interferenze nei processi.
Già in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ANM sceglieva la strada della platealità raccomandando ai magistrati di manifestare con la toga indosso, la Costituzione in una mano e il tricolore nell’altra (in realtà è richiesta solo l’apposizione di una coccarda con i colori della bandiera sulla toga).
Ma è proprio la Costituzione impugnata come vessillo che, all’art. 111, prevede che il processo si svolga davanti a un giudice terzo, il quale, per essere e apparire tale, non dovrebbe avere alcun vincolo e colleganza con il pm.
Meritocrazia Italia avanza da sempre proposte finalizzate al recupero della legittimazione istituzionale della magistratura, della giustizia tutta e in ultima analisi di uno Stato sensibile alle istanze della cittadinanza. Tra queste, vi è sempre stata la separazione delle carriere, oltre all’istituzione di un doppio CSM, uno per la magistratura requirente e uno per quella giudicante, nonché a una adeguata gestione del meccanismo delle correnti.
Oggi torna a chiedere collaborazione, perché quella del ripristino di una giustizia funzionante, a presidio dei diritti fondamentali di tutti, deve essere causa comune, non divisivo pretesto per affermazione di logiche partitiche o posizioni di categoria.
Stop war.