Sciopero dell’11 aprile: si discuta con fare costruttivo, senza strumentalizzazioni politiche
Le principali sigle sindacali proclamano per oggi uno sciopero generale di quattro ore in tutti i settori privati, otto in quello dell’edilizia, con manifestazioni e iniziative territoriali a sostegno di una pluralità di rivendicazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, giusta riforma fiscale, nuovo modello di fare impresa, contrasto alla precarietà, e rinnovo dei contratti nazionali.
Non è una protesta nei confronti dei datori di lavoro, ma nei confronti del governo e delle Istituzioni tutte, chiamate ad intervenire per migliorare condizioni salariali e di sicurezza dei lavoratori.
L’espressione di un disagio diffuso e che trova radici in problemi diversi, e cronici.
Sono annunciati anche altri scioperi, per il 20 aprile e il 25 maggio, con la dichiarazione di non avere intenzione di cedere a compromessi.
Una rivendicazione, dunque, che suona più forte e determinata del solito.
Il rischio, però, è che la legittima rivendicazione di migliori condizioni di lavoro, posta in questi termini, sia, come spesso accade, strumentalizzata politicamente e finisca per risolversi in mera opposizione all’operato del governo, senza la disponibilità di addivenire a un punto di incontro e dunque senza possibilità di definire misure che in concreto possano garantire maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro e una migliore condizione di vita dei lavoratori. Che è proprio l’obiettivo che s’intende perseguire.
Meritocrazia Italia auspica che l’esercizio del diritto di sciopero non si pieghi alle dinamiche di un dibattito politico poco trasparente e costruttivo e torni a rappresentare uno strumento realmente volto al conseguimento di provvedimenti che tutelino e migliorino le condizioni di vita dei lavoratori.
Insiste sulla necessità di puntare al benessere del lavoratore mediante l’adozione di orari flessibili e la possibilità, ove in utilità, di smart working; di individuare aree di intervento in cui migliorare ed ampliare i welfare aziendali; di promuovere contratti che prevedano interessenze sugli utili di produzione, anche al fine di colmare l’importante gap retributivo dei nostri lavoratori rispetto ai colleghi europei.
Su queste basi iniziali, concrete e a vantaggio dei lavoratori, si deve aprire una discussione con tutte le parti in causa, con maggiore fare collaborativo, perché i risultati sperati ed attesi possano trovare concretezza.
Stop war.