Sì al ponte sullo Stretto di Messina. Meritocrazia Italia chiede tempestività e sicurezza

Sì al ponte sullo Stretto di Messina. Meritocrazia Italia chiede tempestività e sicurezza

Via libera del Governo alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Il rafforzamento della rete infrastrutturale primaria e la realizzazione delle opere connesse dovrebbero servire anzitutto a superare i limiti connessi all’isolamento geografico di una Regione che merita di essere maggiormente valorizzata. Evidenti le potenziali utilità in termini di presenze turistiche, mobilità sostenibile e valore aggiunto.
La rete Ten-T per lo spazio unico europeo dei trasporti, oltre al ponte sullo Stretto, include anche l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria e la linea Messina-Catania-Palermo. Si aggiungono raccordi autostradali e ferroviari AV/AC da realizzare sia in Calabria che in Sicilia, dove le condizioni legate alla viabilità interna risultano tra le meno efficienti d’Europa.

La stima dei costi complessiva è di oltre 30 miliardi di euro. Il ponte dovrebbe essere a un’unica campata sospesa (anche se si tratterrà del ponte di tal tipo più lungo al mondo, con 3,3 km), nonostante qualcuno proponga altre soluzioni nell’ambito di un aspro dibattito ancora in corso (ponte a più campate o tunnel sottomarino, come l’Eurotunnel, realizzato sotto al Canale della Manica). L’unica campata dovrà essere sostenuta soltanto da pile realizzate alle due estremità (in Calabria ed in Sicilia); in questo modo, il ponte potrà essere protetto da onde, anche molto alte, generate da un eventuale maremoto (ad esempio, grazie alla realizzazione di apposite barriere). La protezione dai terremoti, invece, dovrà essere assicurata grazie all’installazione, probabilmente alla sommità delle pile, di moderni dispositivi antisismici.

L’opera merita apprezzamento, ma la riqualificazione e il sostegno delle c.dd. aree interne devono essere maggiormente attenzionati dallo SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne), dove pare siano stati disimpegnati importanti risorse dalla c.d “Sezione speciale 2” finanziabile con i fondi del Piano Sviluppo e Coesione (PSC), destinati alle aree interne dall’art. 241 del d.lg. n. 34 del 2000. Segnali incoraggianti per la Sicilia e la Calabria, sotto questo aspetto, provengono dalle opere infrastrutturali che pare verranno realizzate nelle aree di competenza delle zone economiche speciali (ZES) individuate all’interno della misura M5C3 del Pnrr. L’area del comprensorio di Gioia Tauro e della Sicilia orientale, infatti, sono interessate dalla realizzazione di infrastrutture di collegamento (c.d. ultimo miglio) delle aree industriali, dei porti e interconnessioni con la rete nazionale.

Nel condividere la visione strategica d’insieme e la necessità di collaborazione tra le parti interessate, pubbliche e private, Meritocrazia Italia auspica che si dia avvio alla costruzione del ponte nei tempi previsti, senza ulteriori ritardi, attese le utilità degli investimenti produttivi per il miglioramento dell’efficienza dei collegamenti di piccole, medie e grandi infrastrutture strategiche, come i porti e le piattaforme logistiche, con gli assi principali della mobilità sostenibile.
A un tempo, però, anche in considerazione delle recenti drammatiche esperienze, Meritocrazia chiede speciale accortezza nella scelta del sistema antisismico da adottare (d’isolamento sismico o dissipativo) e del suo posizionamento (al di sopra od al di sotto delle pile che sosterranno l’impalcato), e che il progetto sia pensato in maniera tale da garantire che l’impalcato del ponte sia in grado di resistere, non solo a terremoti e maremoti, ma anche ai venti della massima intensità possibile nell’area dello Stretto.

Stop war.



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