Si alzi la voce della consapevolezza
Parlare è una delle attività più complesse e impegnative per il corpo umano. La voce, poi, è qualcosa di unico. Distingue le personalità, fa emergere le fragilità. Le corde vocali cambiano di struttura nell’uomo e nella donna. La comunicazione serve a conoscersi, genera attese e aiuta a comprendere quale ruolo ciascuno voglia assumere in una certa comunità, piccola o grande.
Tutto questo immenso potenziale nascosto dietro alle diversità di opinioni si disperde nel mondo dell’omologazione, dell’appiattimento sulla banalità degli slogan, della corsa al consenso. Si disperde nel leaderismo costruito sul marketing politico.
Tanta voce sprecata.
Tanta, tanta, voce affidata alla leggerezza di una vita che invece deve anche saper essere costruzione e sacrificio.
È facile essere utente o consumatore e lasciarsi convincere, o affidare la propria scelta ad altri. Molto più difficile essere cittadino, e assumere la responsabilità della decisione.
S’invoca spesso la Costituzione, in ogni ambito, e poi si dimentica che, alla base di quei diritti fondamentali che riconosce e garantisce, c’è il principio della cittadinanza attiva. Quello stesso che Meritocrazia Italia promuove quotidianamente.
La voce non va dispersa. Va valorizzata. E riempita di contenuto. Perché sia ascoltata e seguita.
Questo fa Meritocrazia: dà voce a tutti, perché tanti piccoli contenuti possono fare un’idea. Ed è con le idee che si cambia il mondo.
Perché questo accada, però, è necessario che la comunicazione sia sempre retta da studio, passione, voglia di creare qualcosa di diverso. Servono contenitori di pensieri, da mettere a disposizione delle Istituzioni.
Ci si stupirà poi nell’osservare quanto semplici cittadini possano condizionare l’azione politica, e direzionarla verso i veri bisogni e le giuste soluzioni.
Ci limitiamo a subire disastri evitabili. Ci limitiamo a lamentarci di quello che non va, senza fare neppure un tentativo di recupero. Solo battaglie senza prospettive.
Siccità croniche, alluvioni, schizofrenia climatica, scioglimento dei ghiacciai, irrespirabilità dell’aria. Sono problemi che non basta rimettere al PNRR o agli impegni assunti dai leader mondiali in questo o quel summit; il primo passo deve essere compiuto anzitutto dal cittadino comune, che deve far sentire la propria voce. Una cosa è la politica di rappresentanza. Altro la politica di cittadinanza. La seconda è rimessa a persone impegnate anche nella costruzione del proprio quotidiano.
Non sono sempre colte tutte le sfaccettature della politica. Sfuggono agli adulti e sfuggono di riflesso anche ai più giovani, strumentalizzati nei proclami di ogni campagna elettorale ma poi del tutto ignorati nei fatti. Tantissimi ragazzi sono ammirevolmente impegnati a studiare per costruire il miglior futuro possibile ma senza accorgersi che, per il proprio vero benessere, dovrebbero anche far sentire la propria voce, con garbo e umiltà ma forte.
Il cambiamento è davvero possibile soltanto grazie al dialogo. Nel confronto il germe della vera Rivoluzione.
Si alzi la voce dell’orgoglio, della consapevolezza, dell’intraprendenza, della passione, della voglia di creare un futuro diverso.