Siamo noi la faccia lucente della medaglia
Ci sono epoche considerate ‘buie’, nelle quali si riscontra una sostanziale inadeguatezza della società rispetto al tempo che vive.
Il medioevo, tra tutte. Al medioevo si riferisce una decadenza totale nei costumi, nelle relazioni, nella regolazione della realtà e nella modalità di applicazione delle leggi. Nella Storia, insomma, questo periodo non lascia buona traccia. A ben vedere, però, è più bistrattato dalla memoria di quanto non meriti.
Guardando con oggettività a quello che accadde, ci si accorge che nel XII secolo prese avvio una straordinaria ripresa creativa, specie nelle scienze e nelle tecnologie, che portò poi allo sviluppo della stampa, alla produzione della polvere da sparo, a notevoli progressi nella coltura dei campi e nell’artigianato, con l’introduzione della sega idraulica, del maglio da officina, del mulino ad acqua, dell’arcolaio, dell’orologio meccanico, degli occhiali, della staffa, della bardatura moderna dei cavalli. Tantissime furono le invenzioni.
La storica Chiara Frugoni provava a enumerare alcune voci di progresso di questo secolo così sottovalutato, attraverso un’accorta analisi fattuale, per far comprendere che ogni ricostruzione storica è sempre un po’ falsata, dalle ideologie, dalle difficoltà ricostruttive, dall’incapacità di scorgere il buono nei momenti più complicati. In realtà, è proprio dal medioevo che sono partite tante innovazioni fondamentali anche nel vivere moderno.
Questa considerazione mi riporta all’oggi.
Viviamo un tempo precario, fatto di indifferenza e individualismo.
Invernate senza neve, intere stagioni senza pioggia, e nessuno di preoccupa davvero del disagio climatico. Nessuno sembra prestare attenzione alle irregolarità dell’anticiclone africano, eppure è un fatto così evidente. Ci siamo accorti tutti dei benefici per il clima e l’ambiente dello stop forzato del periodo del lockdown. Il blocco delle immissioni portò un repentino riequilibrio naturale.
È questo che induce a voltare la medaglia nel suo rovescio.
Anche dalle difficoltà si può trarre la forza per ripartire e guardare al futuro, senza chiudere gli occhi dinanzi ai problemi e soprattutto senza nascondere le storture, i limiti e le fragilità.
I cittadini scelgono di sottrarsi alla responsabilità del voto, disaffezionati alla politica. Ma sono gli stessi cittadini che si lamentano tutti i giorni per quello che non va, per il caro prezzi o per i disservizi, senza mai chiedersi il perché delle cose. Sono gli stessi cittadini che puntano al massimo benessere economico, ad avere il meglio e ad essere socialmente accettati. Quelli che vogliono avere, e si dimenticano di dare.
Il medioevo ci sembra buio perché quello che ha fatto più rumore sono state le guerre e il degrado sociale; è sempre più silenziosa e passa inosservata quella parte della popolazione che invece, contestualmente, si ingegna e fa la sua preziosa parte per la costruzione della civiltà.
Guardando all’oggi con la stessa superficialità riusciremo a vedere solo uno stallo generale. Un nuovo medioevo dei sentimenti e delle azioni. Ed è davvero difficile capire che c’è anche un’altra faccia della medaglia. Nondimeno c’è qualcuno che prova a ribaltare il risultato, a promuovere stili di vita diversi, a dare l’esempio di comportamenti altruistici. C’è qualcuno che prova a fare la differenza.
È vero che essere differenti è difficile. Molto più di quanto non lo fosse in passato.
Impera la tendenza irrefrenabile all’omologazione e siamo in balia di una stampa infedele, che racconta soltanto una parte della verità o colora i fatti per orientare le opinioni delle masse.
Ci sono burattini e burattinai. Non è un mistero.
Per questo è importante saper reagire e approcciarsi alle cose in altra modalità. Perché possano trionfare la coesione, l’uguaglianza e la fratellanza sulla voglia di affermazione di sé. È essenziale per raggiungere nuovi equilibri e vivere bene, tutti insieme.
Cerchiamo di essere noi l’altra faccia della medaglia, quella più lucente.