IL FUTURO DELLA P.A. LUCANA TRA GIUSTIZIA SOCIALE E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
La Basilicata secondo i dati Istat aggiornati al primo gennaio 2019 conta 562.869 abitanti e risulta essere la Regione meno popolata d’Italia dopo la Valle d’Aosta e il Molise, mente si pone al quattordicesimo posto per superficie tra le regioni italiane con oltre 10.000 chilometri quadrati ed è al diciottesimo posto per densità abitativa con 56 abitanti per km².
Comprende due Province ed è composta da 131 comuni di cui solo sono 28 al di sopra dei 5.000 abitanti e 103 sono al di sotto dei 5.000 di cui cui la maggior pare di questi ultimi 64 risultano essere con meno di 2.000 abitanti.
Confrontando i dati Istat della popolazione residente degli ultimi anni si registrano sempre meno abitanti, infatti il bilancio demografico della Basilicata è costantemente in calo, dal 2000 ad oggi il trend di diminuzione della popolazione residente è superiore al 5%, con comuni soprattutto delle aree interne che arrivano anche 11%. Il fenomeno dello spopolamento è dovuto da una parte all’emigrazione dei giovani e dall’altra al calo della natalità si ripercuote sui servizi offerti ai cittadini e su tutto il
quadro finanziario dei vari Enti pubblici, Comuni Province e Regione.
Il collegamento di tanti piccoli comuni, su un territorio molto vasto, presenta non pochi problemi in una Regione dove risulta ancora carente una infrastruttura di trasporti interconnessa, una rete ferroviaria pressoché assente, trasporti pubblici poco efficienti e capillari, con una viabilità in alcune aree precaria e le risorse economiche da parte delle Province sono sempre più esigue. Ne risente anche il sistema dell’istruzione dove alcuni Comuni stanno si stanno organizzando con le pluriclassi e dove non ci sono più scuole i bambini si recano nei comuni vicini, oltre al massiccio accorpamento di indirizzi e plessi scolastici. Gli uffici postali aprono solo per alcuni giorni e per alcune ore settimanali e alcuni istituti bancari chiudono i propri sportelli, come anche i distributori di carburante, o attività commerciali come edicole o artigianali come barbieri o parrucchieri, per non parlare di palestre, piscine o quant’altro.
L’invecchiamento della popolazione, inoltre comporta anche un potenziamento dei servizi sanitari e delle rete assistenziale. Lo spopolamento influenza quasi tutto il territorio regionale, i dati diffusi dall’Istat a gennaio scorso il tasso di disoccupazione giovanile è del 29,3%,nonostante il polo produttivo FCA Melfi con il suo indotto, lo stabilimento della Barilla il distretto industriale del mobile imbottito nel materano, l’imbottigliamento delle acque minerali la produzione di vino olio e coltivazione di idrocarburi. Sempre secondo l’Istat le imprese registrate in questa regione sono oltre 35.000 con circa 100.000 addetti.
La questione è comunque al centro dell’agenda politica regionale, proprio in questi ultimi giorni il Governo regionale ha incontrato i 29 sindaci delle aree interne del Lagonegrese – Pollino finalizzato da una parte ad ascoltare le istanze del territorio e mettere in campo politiche a favore dello sviluppo locale, dall’altra andare incontro alle difficoltà che i comuni incontrano a causa delle poche risorse di bilancio che hanno come conseguenza la scarsità dei servizi offerti ai cittadini. Inoltre, ci troviamo spesso con amministrazioni comunali sotto organico, appesantiti dalla burocrazia dove specialmente gli uffici tecnici non sempre riescono a soddisfare le esigenze dei cittadini in tempi ragionevoli, ciò provoca impatti anche sul piano produttivo di molte imprese collegate al comparto edilizio.
Tra l’altro la Regione Basilicata nel 2010 ha abolito le Comunità Montane trasformandole in Aree Programma per favorire il
decentramento amministrativo, ma successivamente sono state disciolte, creando ulteriore scollamento della dimensione territoriale, gran parte del personale e dei servizi offerti sono stati inglobati dall’ente regione. Probabilmente in questa fase queste realtà istituzionali potevano essere punto di raccordo tra i comuni per le gestione di taluni servizi come la raccolta dei rifiuti e per le attività amministrative come lo Sportello unico per le attività produttive (SUAP).
Un altro aspetto da considerare che in Basilicata sono oltre mille gli amministratori che gestiscono la cosa pubblica ai vari livelli, una percentuale enorme, rapportata al numero di abitanti, talvolta magari non tutti hanno la preparazione e le competenze necessarie per affrontare il cambiamento che la Pubblica Amministrazione richiede, tra l’altro ancora alimentata dalla cultura del clientelismo.
Ora più che mai serve riqualificare la spesa pubblica, bisogna eliminare costi improduttivi, formare politici, dipendenti e dirigenti della P.A. Bisogna, inoltre, rivalutare tutto il bacino di spesa degli enti locali facendo ricorso alle leggi sui piccoli comuni, mettere a sistema le risorse europee, ai Gruppi di Azione Locale. La Basilicata ha bisogno di una nuova centralità dell’azione pubblica, rilegittimata in grado di garantire una governance efficace per rendere possibile un salto di qualità.
Data infine la particolarità del territorio la Basilicata si presenta come una Regione interessante dal punto di vista naturalistico con oltre un terzo del territorio protetto con due affacci sul mare (Jonio e Tirreno) Parchi nazionali (Pollino e Appennino Lucano
Val d’Agri-Lagonegrese) tre Parchi regionali (Murgia Materana, Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e Vulture); aree SIC, ZPS e IBA, oltre a vaste aree ricoperte da boschi, ancora stenta ad essere attrattiva verso il turismo sostenibile, che sicuramente porterebbe benefici economici anche nelle aree interne più sofferenti.