SPAZIO D’ASCOLTO E DI SOLIDARIETÀ PER LE DONNE CHE PRESENTANO SEGNI DI DEPRESSIONE NEL PRE E POST-PARTUM
La depressione post-partum (DPP) è una malattia silenziosa che affligge non soltanto la vita delle neo-mamme, ma, di riflesso, anche quella dei suoi familiari, non ultima quella del bambino. È indispensabile realizzare adeguati Centri di ascolto regionali di supporto.
La depressione post-partum (DPP) è un disturbo dell’umore che colpisce fino al 12% delle neo mamme. Riguarda la sfera ormonale, psicologica e relazionale di coppia, è diversa dal baby blues. In Italia oltre 90.000 donne soffrono di disturbi depressivi e di ansia nel periodo perinatale, che comprende la gravidanza, il puerperio e i dodici mesi successivi al parto.
I sintomi sono spesso sottovalutati sia dalle pazienti sia dai medici e solo nella metà dei casi viene diagnosticato il disturbo e fornito il trattamento adeguato.
Il suo esordio avviene dai primissimi giorni in cui la donna ritorna a casa con il suo piccolo (3°-4° giorno dal rientro) fino alla 12° settimana. La sua durata è variabile e, solitamente, si risolve entro il primo anno di vita del bambino. La donna colpita da questo disturbo dell’umore dopo il parto sperimenta, spesso, un sentimento misto tra colpa e vergogna. La DPP è un disturbo che riguarda non solo la donna, ma va ad inficiare la vita di tutti coloro che interagiscono con lei, compreso il neonato.
La soluzione della scrivente è quella di creare Centri di ascolto e di assistenza per le donne disagiate nel pre e post-partum attraverso un partenariato tra le asl delle diverse strutture ospedaliere presenti sul territorio. Dopo un protocollo di intesa e l’individuazione di spazi di accoglienza si dovrà procedere alla divulgazione e conoscenza di tali iniziative.
All’occorrenza creare un numero verde di emergenza per lo smistamento chiamate ai vari reparti aderenti al protocollo .
Obiettivi:
1. aiutare donne in difficoltà di vario genere (economica, donne madri e donne con problemi di coppia), rafforzandone la capacità di reagire ed uscire dallo stato di isolamento in cui spesso si trovano;
2. promuovere il benessere psicologico della donna durante la gravidanza e il post-partum;
3. individuare precocemente i fattori di rischio favorevoli all’instaurarsi della sindrome depressiva;
4. effettuare uno screening tramite esami di laboratorio per individuare le donne affette da depressione correlata ad un’alterazione dello stato ormonale e le donne con depressione primaria;
5. inviare le donne agli opportuni specialisti;
6. promuovere follow-up delle donne a lungo termine nei presidi territoriali.
Occorre istituire una rete di sostegno telefonico, con smistamento della telefonata alla struttura competente tramite numero verde della città metropolitana, nonché individuare risorse tecniche e strumentali e spazi destinati in modo specifico alla realizzazione del progetto.
Di TINA MONTI