Spese scolastiche di settembre: MI chiede un allineamento dell’Italia agli standard europei di investimento in istruzione

Spese scolastiche di settembre: MI chiede un allineamento dell’Italia agli standard europei di investimento in istruzione

Arrivato il mese di settembre, per le famiglie con bambini in età scolare si ripropone il problema delle spese, sempre meno sostenibili, per testi e altro materiale.
Un problema che va affrontato.

Si sa che la spesa per l’istruzione in Italia è significativamente inferiore alla media europea, attestandosi al 4,1% del pil nel 2021, in linea con la Grecia e ben al di sotto della soglia raggiunta da altri Stati europei come Svezia, Belgio e Danimarca, che superano il 6%. Questo gap di spesa potrebbe riflettere un disallineamento rispetto agli standard europei in termini di investimento nell’istruzione.

La posizione del Paese, in tempo di progresso e necessaria crescita sociale, va migliorata.
Servono misure correttive volte a incrementare gli investimenti nel settore educativo.
In questa direzione, Meritocrazia Italia propone di
– rivedere le allocazioni di bilancio, con aumento degli investimenti pubblici in istruzione, verso un allineamento alla media europea e favorendo un potenziamento delle risorse disponibili per scuole, Università e istituti di ricerca;
– prevedere incentivi per le famiglie, con agevolazioni fiscali per le spese scolastiche, mirate a ridurre il carico finanziario e promuovendo al contempo l’accesso all’istruzione di qualità per tutti;
– finanziare programmi innovativi, con promozione di iniziative volte allo svecchiamento della didattica, con particolare attenzione all’integrazione delle nuove tecnologie nel processo educativo, per garantire una formazione competitiva e al passo con i tempi;
– in punto di monitoraggio e valutazione, implementare meccanismi di monitoraggio per valutare l’efficacia degli investimenti pubblici nell’istruzione, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e garantire risultati tangibili in termini di miglioramento della qualità educativa.

Un intervento di questa portata non solo contribuirebbe a ridurre il divario rispetto agli altri Paesi europei, ma soprattutto rappresenterebbe un investimento strategico nel capitale umano, fondamentale per il futuro sviluppo socio-economico dell’Italia.

Stop war.



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