Sulla storia infinita delle concessioni balneari, le proposte di Meritocrazia Italia

Sulla storia infinita delle concessioni balneari, le proposte di Meritocrazia Italia

Con la proroga delle concessioni balneari fino al 2027, l’annosa questione sembrava risolta, e invece le polemiche non accennano a esaurirsi.
Se, da un lato, si comprende la necessità di gestire in modo attento e ponderato un comparto così rilevante per l’economia del Paese, dall’altro non si possono ignorare le criticità emerse a seguito di una decisione assunta senza un adeguato confronto con le parti direttamente interessate e le istituzioni territoriali. Di fatto, la proroga non è stata chiesta dai concessionari, i quali reputano che ulteriori rinvii non rappresentano una soluzione sostenibile né, tantomeno, conforme al quadro normativo europeo.

La misura da ultimo adottata appare in contrasto con la necessità di allinearsi al diritto europeo, come sottolineato anche dalla Commissione, che ha ribadito che la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia potrà essere chiusa soltanto una volta che la legislazione nazionale risulterà pienamente conforme alle normative dell’Unione. Per altro verso, si rischia di prolungare una situazione di incertezza per i concessionari, che da tempo sperano in una riforma definitiva basata su criteri chiari e trasparenti.

Era auspicabile, tra le varie misure, che il governo confermasse la validità delle proroghe al 2033 rilasciate dai Comuni e non annullate in autotutela nel termine di 18 mesi, come già richiesto da Meritocrazia Italia nel precedente comunicato e come sostenuto da tanti contributi scientifici concordanti sul fatto che l’atto applicativo della proroga legale (l. n. 145 del 2018), apposto dal funzionario comunale, è un provvedimento amministrativo a ogni effetto di legge (dichiarativo/confermativo), assoggettato al regime di annullabilità degli atti amministrativi non meno che al potere di autotutela decisoria dell’Amministrazione entro i limiti tracciati dall’ordinamento.

È comunque apprezzabile la scelta di meglio ragionare sui criteri relativi al computo degli indennizzi da riconoscere ai concessionari che non vedranno rinnovate le proprie concessioni, ma appare essenziale che questo processo si sviluppi in tempi certi e con un chiaro coinvolgimento delle categorie interessate. È auspicabile anche che l’indennizzo sia calcolato sulla base del valore dell’azienda balneare da un perito nominato dal Presidente del Tribunale, in applicazione analogica dell’art. 2343 c.c. (sulla stima dei conferimenti dei beni in natura e dei crediti) e sia garantito dal diritto di ritenzione della area in concessione in favore del concessionario uscente, in applicazione analogica degli artt. 34, comma 3, e 69, comma 8, l. n. 392 del 1978. È cruciale, infine, che i Comuni, i quali dovranno gestire la fase transitoria e le procedure di gara, ricevano strumenti normativi adeguati per poter operare con trasparenza e rapidità, garantendo parità di condizioni e tutela degli investimenti realizzati dai concessionari negli anni

Meritocrazia Italia, in altre parole, ribadisce la necessità di un confronto costante e costruttivo tra governo, associazioni di categoria e istituzioni locali, per assicurare che le decisioni future siano frutto di un processo partecipato e condiviso, volto a garantire sia la tutela dei diritti dei concessionari, sia l’interesse collettivo di preservare e valorizzare le risorse del territorio. Si auspica che il governo sappia cogliere questa opportunità per chiudere definitivamente una questione che, per troppo tempo, ha creato incertezza e disorientamento.
Si giunga presto a una regolamentazione equa e sostenibile, che metta fine ai continui rinvii e che offra al settore balneare la stabilità necessaria per pianificare il futuro con serenità e sicurezza, nel pieno rispetto delle norme europee e degli interessi del Paese.
Stop war.



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