Sulle tracce del cambiamento
Il termine ‘traccia’ contiene una pluralità di significati utili sotto tanti profili.
Seguendo le tracce dei grandi del passato, si possono cogliere molti insegnamenti, e si può acquisire la capacità di avventurarsi in luoghi inesplorati.
Lasciando le nostre tracce, facciamo sapere agli altri che abbiamo intrapreso un percorso, seguito una certa strada, calpestato per la prima volta un certo terreno.
Mi ha fatto pensare molto a questo, in questi giorni, un film capolavoro del regista turco Ozpetec, Diamanti.
Nella trama si snoda un intreccio di sentimenti, di regole e di prospettive.
Si racconta di una vita fatta di sofferenze individuali, superabili grazie all’appartenenza a un gruppo e al gioco di squadra. Lascia scoprire quanto sia importante uscire dalla solitudine e reagire alle avversità.
Il gioco di squadra è l’unico strumento che consente la crescita umana. Consente di comprendere quando si sbaglia e come riparare l’errore.
Il film si chiude con un messaggio prezioso: alla fine della nostra vita, non saremo altro che tutto quello che abbiamo fatto. Non saremo altro che quello che si legge nelle tracce lasciate, nella storia che abbiamo costruito.
Chi si dedica soltanto alla cura del proprio ego e non fa nulla per salvare il pianeta dal caos generale che oggi imperversa quale traccia sarà in grado di lasciare per il futuro?
Non ci si può voltare dall’altra parte. Si consente ai potenti lobbisti, forti della propria ricchezza, di intromettersi nelle questioni politiche interne ai singoli Stati e di controllare lo spazio attorno alla terra.
Su questo invito tutti a riflettere.
Mai come oggi lasciare una traccia è l’obiettivo più importante per ciascuno di noi.
Se non dovessimo svolgere tutti una funzione sociale, il nulla prenderebbe il sopravvento.