Tante proposte di MI nella riforma fiscale, ma si insiste sulla necessità di una Agenzia delle Uscite

Tante proposte di MI nella riforma fiscale, ma si insiste sulla necessità di una Agenzia delle Uscite

Cinquant’anni dopo l’ultima grande revisione del sistema tributario nazionale, il Governo punta a un nuovo rapporto fisco-contribuente, con una riforma ad ampio spettro, che riguarda i principi generali della materia e singoli tributi, sulle tracce di una nuova semplificazione.

Meritocrazia Italia invoca da anni una nuova fiscalità, ricalibrata sull’obiettivo di favorire la ripresa del sistema economico e quindi il miglioramento della condizione sociale.
In particolare, in tantissimi comunicati e nella propria proposta di riforma organica, ha cercato di riportare l’attenzione sulla necessità di ripristinare una leale collaborazione tra cittadini e fisco, possibile soltanto riconquistando la fiducia di un popolo stremato da una pressione fiscale insostenibile. Favorire l’adempimento spontaneo e la c.d. tax compliance e creare un sistema più efficiente e trasparente è tra le richieste da sempre.

Oggi questa idea trova riscontro nell’espressione di ‘fisco amico’, con il proposito dichiarato di realizzare una fiscalità utile a reggere il sistema sociale.
Tra i principali aspetti della riforma fiscale sono la struttura dell’Irpef, la revisione della tassazione d’impresa, la revisione dell’imposta sul valore aggiunto, il graduale superamento dell’Irap, la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti, diversi dall’IVA, la revisione delle disposizioni in materia di accisa e delle altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi, il riordino delle disposizioni vigenti in tema di giochi pubblici, fermo restando il modello organizzativo dei giochi pubblici fondato sul regime concessorio e autorizzatorio, la revisione dell’attività di accertamento; la revisione del sistema nazionale della riscossione. Sono in arrivo il riordino e lo sfoltimento delle Aliquote Irpef dal 2024. Secondo quanto dichiarato, un primo step sarà il passaggio nel 2024 a un sistema a tre aliquote (in luogo delle attuali quattro). L’aliquota al 23% si applica per i redditi fino a 28 mila euro (rispetto all’asticella odierna dei 15 mila euro); l’aliquota al 25% scompare e restano le percentuali al 35 e 43%.
A ogni modo, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge delega, il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario, i quali dovranno essere adottati, nel rispetto dei principi costituzionali, nonché del diritto dell’Unione europea e internazionale.

Un passo avanti importante.

Non si abbassi la guardia, però, rispetto alla prevenzione e alla riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale, e non si dimentichi che non basta una riduzione quantitativa delle tasse per riavere la fiducia dei cittadini, ma serve anche la garanzia di pari trattamento dei debiti nei confronti dello Stato e dei debiti dello Stato. Per questo Meritocrazia insiste nella proposta di costituzione di una Agenzia delle Uscite, un organismo inteso a ovviare agli ormai cronici ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, per dare effettività alla tutela del cittadino creditore.

Stop war.



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