Tax Credit Cinema: MI chiede maggiore attenzione per le piccole realtà imprenditoriali
Con il decreto direttoriale del 28 ottobre, emanato dal Dipartimento per le Attività Culturali – Direzione generale cinema e audiovisivo – del Ministero della Cultura, si riaprono i termini per le richieste di accesso al credito d’imposta per le imprese di produzione cinematografica.
Dopo una fase di attesa ed incertezza, il settore torna a respirare, ma con nuove regole che impongono criteri più stringenti. Le modifiche volute dal Governo mirano a prevenire abusi e distorsioni nell’assegnazione degli incentivi, ma introducono al contempo nuove sfide per le piccole e medie imprese, così come per i giovani autori, essenziali alla vitalità culturale del Paese.
Il Tax Credit Cinema, istituito nel 2016 attraverso la collaborazione tra il Ministero della Cultura e il Ministero delle Finanze, si è dimostrato uno strumento vitale per il cinema italiano. In grado di incrementare la competitività delle produzioni nazionali, offre alle imprese agevolazioni economiche in relazione ai costi di produzione e distribuzione, tutelando l’occupazione locale e incentivando la creatività in un mercato sempre più globalizzato. Questo credito d’imposta non solo sostiene il talento e la cultura italiana, ma agisce anche come attrattore per gli investimenti esteri, incrementando l’occupazione e rafforzando la filiera cinematografica, generando un valore significativo per il Paese.
Ora, con le nuove disposizioni, l’accesso al credito d’imposta si articola in due fasi: una richiesta preventiva, presentata all’avvio del progetto, e una richiesta definitiva al termine della produzione, con la condizione di avere il 40% di capitali privati e rientrare in determinati scaglioni di budget. Questo potrebbe, tuttavia, creare barriere per le piccole e medie imprese, penalizzando in particolare giovani autori e registi, e limitando la capacità produttiva di molte realtà locali che hanno sempre arricchito il panorama culturale italiano.
Meritocrazia Italia sostiene la necessità di evitare “automatismi” e puntare sul merito, sulle utilità di strumenti di monitoraggio attento dell’efficacia e dell’utilizzo delle risorse pubbliche, affinché queste vadano realmente a beneficio dei progetti con effettivo valore culturale e artistico. Strumenti di controllo indipendenti e periodici potrebbero garantire che i fondi non siano destinati esclusivamente alle grandi produzioni, ma anche alle piccole realtà e ai progetti innovativi, incoraggiando inoltre la diversità e la sperimentazione, pilastri della tradizione cinematografica italiana. È fondamentale che queste risorse, anche attraverso il coinvolgimento di partner stranieri, siano facilmente accessibili a chi contribuisce attivamente alla varietà culturale e al rinnovamento del settore, tutelando così cultura e lavoro.
L’investimento nel settore cinematografico, come parte di un sistema culturale integrato, richiede una costante attenzione all’equità e alla trasparenza. I sostegni al cinema rientrino in una visione culturale ampia, che valorizzi anche il teatro, la musica e le arti visive. Solo un approccio inclusivo e trasversale può esaltare l’arte come fattore di benessere e crescita sociale.
Meritocrazia invita le Istituzioni a mantenere alta l’attenzione sui meccanismi di monitoraggio, promuovendo una valutazione basata su dati chiari e criteri oggettivi, affinché gli incentivi culturali favoriscano uno sviluppo equilibrato e qualificante. Si impegna, altresì, a supportare tutte le iniziative volte a rafforzare l’equità e la trasparenza, per contribuire alla costruzione di un ecosistema culturale inclusivo che dia pieno valore a ogni forma d’arte e renda il Paese più competitivo anche a livello internazionale.
Stop war.