TEATRO: LUOGO DI CULTURA, NON MOMENTO DI OSTENTAZIONE ELITARIA
Il mondo ha bisogno di tornare a sognare
Nel momento storico di maggiore incertezza dal secondo dopoguerra in poi, il teatro risente in maniera evidente della scarsa attenzione che è stata riservata al comparto negli ultimi anni.
Nell’immaginario collettivo il Teatro è un mondo a sé, reso magico da luci, costumi, musica.
Luogo di sogno e bellezza.
Ma i riflettori rischiano di spegnersi presto.
Tra le tantissime priorità imposte dalla recente crisi emergenziale non c’è il settore dello spettacolo, relegato nell’angolo delle cose meno importanti e destinato a rimanere inascoltato per ancora chissà quanto tempo, in attesa che qualcosa accada e catturi l’attenzione di una politica da sempre concentrata su altro.
Sembra persa la memoria di quanto accadde in epoca post bellica, quando, dinanzi a scenari apocalittici di un’Italia devastata, per ricomporre i pezzi la classe politica tanto puntò sulla ricostruzione culturale, come strumento di supporto e recupero. Non furono sottovalutati il potere e il valore dell’arte. Vennero costituite vere e proprie corporazioni artistiche, con la missione di ‘lenire’ gli affanni e le sofferenze del tempo.
È vero che, se strategicamente coltivata, la Cultura è utile mezzo di produzione di ingente indotto economico.
Ma non può essere ridotta soltanto a questo. È molto di più.
Dopo due anni di forte disagio, il mondo ha bisogno di tornare a sognare. Di vivere la libertà della leggerezza.
L’arte può aiutare a riconquistare la libertà da ansie e timori.
È essenziale restituire linfa ai teatri, che non sono soltanto parte di un settore economico, ma meritano di essere tutelati e valorizzati come alto momento di promozione dell’arte e della cultura.
In questo senso, favorirne lo sviluppo e agevolere l’accesso, anche per le vie di una semplificazione delle regole di sicurezza, sarebbe utile per un riavvicinamento dei cittadini alla nobiltà della conoscenza, per il recupero della capacità di immaginazione e per la risalita dal gravissimo declino valoriale.
Occorre
– dare adeguato supporto, anche finanziario, alla ricostituzione dei Corpi di Ballo già da troppi anni assenti da tutti i maggiori teatri italiani;
– promuovere adeguate campagne di sensibilizzazione volte a riavvicinare i giovani al teatro sollecitando loro la curiosità;
– favorire la divulgazione anche in TV di programmi formativi e diretti a diffondere contenuti culturali, artistici e musicali, che siano veri e propri ‘inni al bello’ capaci di dare immagine a sentimenti positivi;
– rendere gli accessi ai teatri economicamente sostenibili per tutti, perché il Teatro è, dalle origini, luogo di aggregazione popolare e non momento di ostentazione elitaria.
Occorre attenzione, perché indifferenza e superficialità che non sono mai sintomo di vera Civiltà.
ANTONIO DESIDERIO
(Manager Internazionale Settore Danza e Balletto)