Trend positivo per il lavoro, ma non si perda la prospettiva
l numero degli occupati in Italia è in lenta ma costante crescita, con un tasso di disoccupazione sceso al 7,3% e un contazione delle persone in cerca di lavoro. Diminuiscono del 3,1% anche le persone in cerca di lavoro e gli inattivi.
I dati, confortanti, riguardano tutte le fasce d’età, con maggiore favore per i contratti a tempo indeterminato. Anche le aperture di nuove partite Iva è in aumento, del 10%, rispetto all’anno precedente.
Sembrerebbe andare tutto bene quindi.
È certo che abbiano molto influito sia gli interventi a sostegno delle nuove assunzioni sia le progettualità volte a favorire le aperture di nuove attività.
Vale chiedersi, però, se le misure fin qui adottare, verso il medio e il lungo periodo, siano realmente sostenibili, atteso che molte sono rette da finanziamenti e agevolazioni a termine.
Se, per verso, non può non apprezzarsi il tentativo di rendere strutturale la diminuzione del costo del lavoro, con un abbassamento del cuneo fiscale, dall’altra servono maggiori costanza e incisività. Il rischio è che, senza interventi strutturali e realmente sostenibili per le casse dello Stato, vi sia poi un rimbalzo al contrario nel momento in cui tali sostegni verranno meno. Un’altra analisi dovrebbe portare a verificare gli indici di successo delle nuove attività aperte con sostegni nazionali ed europei, per valutare con dati uniformi la bontà delle scelte fatte.
Non si trascurino, in ultimo, le evidenti disparità geografiche che ancora è dato tracciare nel processo di crescita. L’Italia corre ancora a velocità diverse per aree.
Per queste ragioni, Meritocrazia Italia propone di procedere
– a maggiori investimenti perequativi, anche attraverso una detassazione maggiormente accentuata, per le zone disagiate del Paese attualmente con dati in controtendenza rispetto alle medie nazionali;
– alla creazione di bonus di insediamento nelle aree a basso livello occupazionale;
– alla creazione o all’ampliamento di politiche premiali a favore delle aziende in fase di espansione occupazionale, allargando le maglie degli attuali incentivi già studiati per i giovani e il lavoro al femminile.
Per non ripetere gli errori del passato, le dinamiche e le politiche del lavoro meritano di essere costantemente aggiornate con piani da rivedere in base alle mutevoli esigenze di mercato, alle nuove risultanze delle economie nazionali e internazionali, e ai processi di evoluzione tecnologici. Diversamente, il rischio è che i risultati raggiunti a fatica si perdano in brevissimo tempo.
Stop war.