TURISMO, EFFICACE STRUMENTO DI COESIONE SOCIALE
Nuove prospettive
Nelle politiche di coesione territoriale 2014-2020 la valorizzazione culturale e turistica costituiva una delle linee strategiche per riattivare processi di sviluppo locale, combattere lo spopolamento e assicurare servizi adeguati alla popolazione. Ma in questi anni si è visto che la scarsa visione strategica nazionale condivisa e il carente coordinamento tra organi centrali, Regioni e operatori economici ha generato polverizzazione delle attività di promozione, ridotta competitività, inefficienti infrastrutture e scarsa accessibilità.
Molto spesso gli investimenti sono stati concentrati su opere infrastrutturali per la tutela e la conservazione del patrimonio culturale. Se, per un verso, questo ha portato a una importante azione di recupero, salvaguardia e messa in sicurezza, dall’altro ha sacrificato la promozione dei servizi collegati alla fruizione e all’attrattività turistica.
Ora la coesione sociale rappresenta uno dei pilastri fondamentali del PNRR, che si propone di ridurre le disparità locali, regionali e fra centri urbani e aree rurali e di affrontare sfide generali come quelle legate alle disuguaglianze di genere, di reddito e alle tendenze demografiche.
La pandemia ha messo in luce la necessità di un cambio di paradigma, insieme alla nascita e alla diffusione di nuovi modelli di costruzione di comunità unite da interessi e valori comuni, in grado di garantire una maggiore attenzione all’utilizzo delle risorse e ai processi di creazione del valore.
Un segnale del progressivo cambio di passo è stato, ad esempio, il riconoscimento istituzionale nel 2021 di un Ministero dedito esclusivamente al Turismo (MT), per scorporo dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nell’ottica di far convergere quante più forze gestionali, programmatiche, funzionali ed economiche allo sviluppo di un servizio che potenzialmente potrebbe garantire un benessere diffuso all’intera Nazione (si ricorda che circa il 70% del patrimonio mondiale è racchiuso proprio in Italia).
In questo paradigma evolutivo, tutte le imprese pubbliche e private sono chiamate a produrre e fare percepire valore in termini di qualità della vita. Sono molte le imprese turistiche che hanno iniziato a raccontare il proprio valore rafforzato dalle relazioni con gli altri attori locali per generare una forte percezione di sostenibilità identitaria legata al senso del luogo, da preservare e potenziare.
L’auspicio è che la coesione sociale diventi sempre più centrale nelle azioni di governo e che si sappia riconoscere il merito di chi si impegna a costruire una società dove tutti gli individui ed i gruppi percepiscano un senso di appartenenza, inclusione, partecipazione, riconoscimento e legittimità.
Il piano strategico del turismo post pandemia deve essere orientato al blocco del consumo del territorio e della cementificazione speculativa, al fine di investire finalmente sul rafforzamento della coesione sociale.
Deve dunque puntare a:
– promozione di valori comuni e criteri di sostenibilità identitaria legata alla cultura mediterranea, tesa a rafforzare le relazioni e alla creazione di benessere condiviso e di coesione, come insieme di legami di affinità tra individui [cohaesus (da cohaerere) vuol dire essere strettamente unito (da passioni, intenti, …)];
– rafforzare il coinvolgimento e la partecipazione con un linguaggio comune per una narrativa inclusiva;
– misurare e valorizzare il merito per la coesione sociale, motivando alla partecipazione tutti gli attori locali, che devono impegnarsi, ognuno nel proprio, a rafforzare la fiducia, la cultura, l’equità e le risorse materiali, ma soprattutto immateriali per una fruizione turistica;
– sostenere le iniziative guidate dalle comunità locali utili a rafforzare l’identità territoriale, per una collaborazione necessaria a presentare al mondo il posizionamento competitivo dell’Italia intera;
– sviluppare collaborazioni con le scuole ed il coinvolgimento dei giovani aumentando la consapevolezza che ogni decisione ha impatti sul benessere proprio, degli altri e del territorio;
– sviluppare le competenze per rafforzare la coesione sociale, territoriale, l’inclusione e la collaborazione con metriche che consentano di monitorare e migliorare i risultati ottenuti.