Umanità perduta

Umanità perduta

A guardarsi intorno, le ragioni di insoddisfazione sono tante. Dalla struttura organizzativa dei rapporti internazionali alle pericolose politiche ambientali.
L’Umanità è incline a un’evoluzione confinata nei margini del fattibile, del proponibile.
L’estensione di ogni popolo è sempre stata frutto di lotte cruente, in nome dell’inclusione, del progresso e della civiltà. Einstein sosteneva che non c’è passo che l’Umanità possa compiere senza scontri e crisi insuperabili, essenziali per la crescita e la costruzione. Ma Einstein apparteneva a un’epoca nella quale ogni atto di conquista era mosso dal desiderio di miglioramento, non dalla sola accecante e distruttiva ambizione di potenziamento economico. La crescita delle civiltà passava attraverso la fusione e la valorizzazione di ideologie e culture diverse.

Le scelte politiche dell’epoca moderna non sottendono lo stesso spirito. Si resta increduli dinanzi alla facilità con la quale vengono assunte decisioni dalla portata devastante. Si è sempre portati a credere che ci debbano essere per forza delle ragioni diverse da quelle apparenti e dichiarate.
In questo c’è da imparare da popoli che, come quello iraniano, hanno attraversato un’evoluzione culturale profonda ed esemplare. All’Egitto dobbiamo il Codice di Hammurabi. Furono i Persiani, sotto Ciro il Grande, a costituire il primo grande regno, prendendo tutta la Mesopotamia fino alla Valle del Nilo. Alessandro Magno avrebbe riunito, poi, comunità molto diverse, da Oriente a Occidente.
Pur tra contrasti e difficoltà, questi popoli conservano la dignità di andare avanti, scegliendo di non allinearsi alla logica della politica internazionale.
Nel recente conflitto, è difficile stabilire chi ha torto e chi ha ragione. Da una parte, chi è attaccato si difende; dall’altra, chi attacca risponde alla minaccia di potenziali attacchi indiscriminati.

Dall’altro lato del Mondo, in Australia, si assiste a un disastro ambientale senza precedenti. Nonostante politiche dichiaratamente protese alla salvaguardia dell’ecosistema, l’ambiente è vituperato e portato all’autodistruzione.
L’Umanità sembra perduta. L’odio e l’egoismo sembrano aver avuto la meglio.
Occorre reagire. La migliore reazione possibile è puntare sullo studio e sulla competenza, sulla maturità di ragionamento. La soluzione è affidata a uomini d’intelletto e desiderosi di cambiare le cose, con umiltà.

Traguardare l’obiettivo è difficile. Ed è difficile anche trovare persone che siano in grado di mantenere costanza nell’impegno, che trovino il tempo nonostante le difficoltà del quotidiano, che siano propositive e sentano il peso della responsabilità e il senso della comunità, che siano convinte di poter contribuire al progresso della civiltà, in prospettiva unitaria e globale.
Meritocrazia può essere un punto di riferimento. Non basta discuterne, serve che i valori del Merito e dell’Equità sociale indirizzino i gesti comuni del quotidiano.
Soltanto in questo modo è possibile recuperare l’Umanità. Diversamente, non sarà più possibile parlare di futuro e ci si dovrà accontentare di raccontare il passato.



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