UN ARCO DI TRIONFO FATTO DI INCLUSIONE ED EQUITÀ – 18 LUGLIO 2021
La frenesia del quotidiano riduce le energie a disposizione, ma tante se ne trovano comunque da dedicare alla sterile contestazione e alla critica dell’altro. Insomma, al superfluo. In una insana incessante competizione per l’affermazione di sé tra i tanti.
Se restasse il tempo per guardarsi intorno, si scoprirebbe che quella appena avviata sarà un’estate caldissima, con temperature massime del tutto inusuali. In linea con le schizofrenie climatiche degli ultimi anni.
Ma il tempo per vedere non c’è. E nulla turba la tranquillità del proprio microcosmo, e nulla si aggiunge alle difficoltà individuali incontrate nel proprio ambito lavorativo o familiare. Tutto scorre, grazie all’indifferenza rispetto ai problemi comuni. Basta voltarsi dall’altra parte.
È nella naturale evoluzione delle Civiltà cercare di accrescere il benessere e migliorare la qualità dell’esistenza di tutti. L’opera, però, è maldestra se priva di visione e lungimiranza. Si finisce per raggiungere il risultato opposto e creare situazioni di assoluta invivibilità.
In tutto ciò, il contributo di liberi cittadini, uniti nella solidarietà, è fondamentale per risvegliare le coscienze e ridare valore alla verità. La conquista della libertà parte dallo studio, dalla denuncia dei problemi e dall’impegno della soluzione.
Lo squilibrio climatico è soltanto una delle questioni che meriterebbero attenzione. È soltanto uno dei problemi di tutti, dei quali però nessuno avverte la responsabilità. Eppure la recente esperienza emergenziale ha mostrato che, con una riduzione delle immissioni, è possibile recuperare, e guadagnare in salubrità dell’aria e pulizia delle acque.
Non ha senso arrendersi a un mondo diverso da quello che si vorrebbe. E far finta di nulla.
La quantità di mascherine gettate per strada o di plastica abbandonata sulle spiagge è il sintomo della disfatta del senso civico collettivo.
È vero che la cittadinanza attiva impone il gravoso sacrificio della costanza, ma porta per certo a migliorare se stessi mentre si migliora un po’ il mondo attorno.
Meritocrazia è per chi non cede all’ignavia, per chi non cerca alibi e avverte il peso della responsabilità. Per chi ha il coraggio di affrontare la verità dei problemi e di cercare le radici del disagio.
Per chi invoca i diritti senza dimenticare i doveri. Perché la medaglia riluce, ma ha sempre due facce. Come due sono i piatti della bilancia, per tenere l’equilibrio.
La coesione e l’equità sociale sono obiettivi traguardabili solo se il percorso per la realizzazione dei propri desideri prevede anche tappe d’altruismo.
Meritocrazia Italia non appartiene a nessuno, è di tutti e combatte per tutti. Vive di trasparenza e promuove un pensiero libero da interferenze e condizionamenti. Si fa megafono delle debolezze. Sa che la libertà vera è nella partecipazione consapevole e nella riconquista della funzione sociale del lavoro, non strumento di sopravvivenza, ma mezzo di soddisfazione delle aspirazioni personali.
Dal 126 a.C. prese avvio l’uso di coronare i successi in battaglia con la realizzazione di un Arco di Trionfo. Opere meravigliose per accogliere e celebrare il vincitore al rientro in città. Ancora oggi segnano la memoria di grandi sacrifici e di vittorie pagate al prezzo della vita di tanti. Ricordano che c’è stato chi ha dato tutto se stesso per la causa comune.
Il più bell’Arco di Trionfo che Meritocrazia vorrebbe edificare all’esito della battaglia per il cambiamento è fatto di partecipazione, inclusione, equilibrio sociale ed equa distribuzione delle opportunità.