UN PARLAMENTO SENZA POTERI E’ UN POPOLO SENZA LEGITTIMAZIONE – COMUNICATO 07.05.20
Durante la tragica esperienza pandemica l’esecutivo ha ampiamente utilizzato uno strumento normativo prima quasi sconosciuto alla popolazione: il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Trattasi di un atto di normazione secondaria, normalmente relegato alla mera funzione attuativa di norme primarie o per l’emanazione di specifici interventi regolamentari.
Senonché, stante il carattere di straordinarietà ed urgenza attribuibile alle esigenze connesse allo scoppio dell’emergenza sanitaria, il Governo ha emanato il Decreto Legge n° 6 del 2020, al fine di consentire al Presidente del Consiglio di poter adottare tutte le misure necessarie per contenere la pandemia.
E tuttavia, un tale provvedimento non prefissava termini e materie, né tipizzava i poteri, così consentendo l’adozione di atti innominati, quasi fosse una delega in bianco conferita al Presidente dell’Esecutivo, cosa che ha ingenerato non pochi dubbi circa l’eccessiva attribuzione di poteri, di fatto superati grazie al voto di fiducia posto sul merito del provvedimento.
Su tali presupposti si è pertanto giunti all’adozione del secondo Decreto Legge, n° 19 del 2020, con il quale si è tentato di ‘correggere il tiro’, mediante una puntuale elencazione delle misure adottabili dal Presidente del Consiglio.
Ebbene, tra gli emendamenti proposti alla legge di conversione del D.L. n. 19/2020 spicca, in particolare, la proposta di modifica dell’art. 2 e la previsione che “… Il Presidente del consiglio o Ministro da lui delegato illustra preventivamente alle Camere il contenuto dei provvedimenti da adottare ai sensi del presente comma, al fine di tenere conto degli eventuali indirizzi dalle stesse formulati; ove ciò non sia possibile, per ragioni di urgenza connesse alla natura delle misure da adottare , riferisce alle Camere ai sensi del comma 5 , secondo periodo … ”.
Ricorre tuttavia il timore che una siffatta previsione, se approvata, potrebbe comportare un forte ridimensionamento del potere e della centralità del Parlamento, mortificando il ruolo dei rappresentanti del popolo a semplici consiglieri di indirizzo, se non addirittura meri ratificatori, con evidente detrimento delle prerogative proprie e della funzione costituzionalmente articolata sul sistema bicamerale perfetto.
Meritocrazia Italia auspica quindi un intervento modificativo sul punto, che possa fugare alla radice ogni dubbio anche solo in merito ad una potenziale e certamente non voluta deriva accentrativa di poteri, deviante dal sistema ripartitorio di pesi, contrappesi e prerogative funzionali, proprio del nostro ordinamento costituzionale.