Una siccità annunciata, con la politica ferma ai sondaggi
Ancora insoluto il problema della siccità, che, ormai cronico, mette in crisi diverse aree del Paese, da Nord a Sud.
Oggi, dopo mesi e mesi di richieste disattese di supporto, le Regioni si apprestano a invocare lo stato d’emergenza e sollecitano interventi d’urgenza, pronte al risparmio idrico e a misure drastiche di razionamento, ma bisognose di riscontro in termini di immediati interventi infrastrutturali.
La questione parte da lontano e la discussione è aperta da tempo. Tantissime le proposte avanzate da enti locali e associazioni di categoria. Chiarissime le legittime rivendicazioni. Le risorse non mancano.
Eppure nulla si muove, ormai tutto in stallo da troppo, in una fase di triste contemplazione.
Nessuna programmazione. Nessun impegno. Nessuna azione concreta.
Solo la desolazione di un quadro ambientale ed economico in progressiva decadenza, con desertificazione avanzante e progressiva riduzione delle fonti di approvvigionamento.
Meritocrazia Italia è impegnata da mesi in un’opera di accorta sensibilizzazione, mettendo in risalto le cause del problema, da cambiamenti climatici a vetustà e inadeguatezza di reti idriche colabrodo, e proponendo tantissime soluzioni di sistema e immediata fattibilità. Perché la tutela delle risorse idriche deve tornare a essere una priorità nell’azione di Governo.
Nello scorso mese di novembre, a Verona, ha riunito un proficuo tavolo di lavoro, al quale hanno preso parte Istituzioni ed esperti del settore. Con diversi comunicati, precedenti e successivi, ha condiviso le proprie idee, definendo il dettaglio tecnico delle proprie idee.
È vero che occorre il contributo di tutti, con la promozione di una migliore educazione al rispetto, che parta dalle Scuole, e sono essenziali condotte di consumo più consapevole e responsabile, rivolte al contenimento degli sprechi. I cittadini avvertano la responsabilità del proprio disagio.
Ma da soli non possono vincere questa battaglia, travolti dalla corsa affannosa e senza sosta all’emergenza.
Ora sono indispensabili una adeguata programmazione in investimenti infrastrutturali, per serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti, riammodernamento e manutenzione della rete idrica, con attuazione a stretto giro, e una revisione del piano normativo per il riuso delle acque depurate in agricoltura.
Contro gli sprechi, si prevedano incentivi (ad esempio nella formula del bonus 110%) per la realizzazione di impianti di recupero delle acque piovane presso le abitazioni private, sul modello già attuato in altri Paesi.
In più occasioni, si è già insistito anche sulla impellente necessità di favorire il ricorso alla tecnologia per il risparmio idrico (irrigazione a goccia, sensori nel terreno, monitoraggio con droni, IA, etc.), se del caso con logiche di premialità alle virtù per risultato raggiunto, e politiche ambientali più incisive, con serrata lotta agli usi sconsiderati delle risorse e contrasto ai cambiamenti climatici.
Utili anche seri interventi di riforma normativa sugli impegni degli enti locali; e maggiori incentivi agli investimenti privati, favorendo le emissioni ESG (green bond e blue bond), a beneficio di una finanza etica e sostenibile diretta a riconciliare la ripresa e lo sviluppo economico con i valori ambientali e sociali.
Non c’è più tempo. Si passi all’azione.
Stop war.