UNBREAKABLES – EPISODIO 1

UNBREAKABLES – EPISODIO 1

BEBE VIO, L’INDOMITA

In lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni”.

Le dolci parole del genio di Luis Sepulveda, verso tutti coloro che fanno della perseveranza, della forza d’animo, della caparbietà la loro stella polare, la loro bussola, in ogni momento della vita.

Beatrice “Bebe” Vio è destinata a passare alla storia, insieme ai più grandi sportivi di questo secolo, come una delle maggiori fonti di ispirazione per le generazioni future: un’atleta costretta a superare ostacoli apparentemente insormontabili prima ancora che la sua carriera fosse iniziata, quando le medaglie d’oro erano solo, ancora, un sogno.

Indomita è probabilmente l’aggettivo che più la rappresenta, perché lei non si lascia vincere, piegare, fermare da nulla: una grave forma di meningite riesce a rallentarla, ma uno scoglio non potrà mai fermare le onde del mare, perciò lei continua a lottare per i suoi sogni, senza il minimo tentennamento.

La lotta di Bebe contro la fortuna avversa è legata a doppio filo allo sport che l’aveva appassionata fin da bambina: la scherma, un’arte nobile e antica, una disciplina che aiuta a controllare il corpo e, soprattutto, la mente.

Subito dopo la riabilitazione, è forte la volontà di rimettersi in gioco, di lottare per nuovi traguardi, che la spinge nuovamente sulla pedana, per allenarsi e per migliorare, utilizzando delle protesi realizzate appositamente per sostenere il fioretto.

Bebe diventa la prima atleta al mondo a gareggiare con protesi in tutti e quattro gli arti, iniziando a inanellare vittorie su vittorie, che la incoronano prima campionessa italiana, poi europea, e infine mondiale; l’ascesa continua fino al 2016, anno in cui si laurea campionessa paraolimpica, con il suo palmares destinato a diventare sempre più ricco negli anni che verranno.

Il suo lascito più importante, però, non saranno le medaglie in quanto tali, ma cosa rappresentano, qual è stato il percorso fatto per ottenerle: nel 2017 viene premiata “Sportsperson of the Year with a Disability”, in occasione dei “Laureus World Sports Awards”, uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel mondo dello sport.

In questi anni Bebe Vio inizia una campagna per dare una possibilità di integrazione sociale, attraverso l’attività sportiva, ai bambini che abbiano subito amputazioni, fornendo loro le protesi e tutto il sostegno (sportivo e non), che fosse necessario.

La grinta e la positività che Bebe porta sempre con sè, e che cerca sempre di comunicare al mondo, in ogni circostanza, non possono che suscitare simpatia, nell’accezione originale del termine: composto di syn e pathos, letteralmente significano “sentire – o soffrire – insieme”.

Per i filosofi antichi un sentimento potentissimo, un’energia vitale che lega gli esseri viventi tra di loro, nella gioia e nella sofferenza. Per cui non si può che gioire, ridere, perché no anche piangere, insieme con lei; perché nulla può essere così grande da far perdere il sorriso e la voglia di lottare per i propri sogni, lei che per un’intera generazione di giovani sarà sempre un modello da seguire, un esempio di perseveranza, forza d’animo, tenacia, d’altronde:

“sembra impossibile, allora si può fare!”

Bebe Vio, indomita.

 

Di FEDERICO TRIVELLONE



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