URGE UN NUOVO REGOLAMENTO DI ESECUZIONE DELL’ORDINAMENTO PENITENZIARIO – COMUNICATO 04.04.22
La cronaca recente riporta l’attenzione sul problema, non certo nuovo, del sovraffollamento carcerario. Il tasso ufficiale è del 107,4%. In ben sedici istituti supera il 150%. Peggiorano le condizioni dei detenuti pressoché ovunque e aumentano i casi di suicidio. Siamo a 51 da inizio anno.
In questo quadro, desta preoccupazione soprattutto la questione delle madri detenute: a oggi risultano in carcere 19 donne con 21 figli, tutti inferiori ai 3 anni di età e c’è chi denuncia di aver partorito in cella, senza supporto medico, nell’indifferenza del personale penitenziario, con il solo aiuto di altre detenute.
Le situazioni al limite sono tante. La recente crisi sanitaria ha esasperato un dramma già avviato e la violenza delle rivolte dei detenuti ne è soltanto un sintomo.
L’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone ha rilevato che sono moltissimi i detenuti che vivono in celle anguste, con spazi ridottissimi, privi di servizi igienici adeguati, schermature alle finestre che non favoriscono l’ingresso di luce naturale. Mancano del tutto aree verdi per i colloqui visivi nel periodo estivo.
Inadeguato il personale. Alcuni direttori sono chiamati a dividersi tra più istituti. Il concorso del maggio 2020 per 45 posti da dirigente penitenziario non è bastato a coprire le posizioni vacanti dovute ai tanti pensionamenti passati e imminenti.
Il vecchio Regolamento del Sistema Penitenziario, in vigore dal 2000, ha contribuito in parte a elevare gli standard di detenzione, ma ancora molto deve essere fatto per evitare la mortificazione della dignità e dei diritti fondamentali di tanti.
In linea con le proposte già condivise nei mesi scorsi, Meritocrazia Italia torna a ribadire con forza l’urgenza di una rivisitazione del Regolamento di Esecuzione dell’Ordinamento Penitenziario, in linea con le esigenze di un Paese civile. Essenziale è anche un piano di ristrutturazione delle carceri esistenti, coinvolgendo nella pianificazione progetti in grado di modernizzare le strutture vetuste, nel rispetto di quanto previsto dalle norme interne e internazionali, in termini di spazi, diritti e opportunità
Nel rispetto dei diritti basilari di ogni cittadino, sarà necessario prevedere:
– il potenziamento delle infrastrutture carcerarie, mediante modernizzazione di aule scolastiche, aule informatiche, spazi comuni, attrezzature sportive, biblioteche e strutture per lavoro infra murario (laboratori, officine, ecc.), oltre alle strutture sanitarie interne;
– il supporto psicologico costante della popolazione detenuta;
– maggiore possibilità di contatti visivi e telefonici con familiari;
– l’incentivo di progetti ad hoc che valorizzino le soft skill di ogni individuo, con il supporto di nuove tecnologie, così da favorire un più facile reinserimento nel tessuto sociale;
– progetti educativi e sociali, che riducano i rischi della devianza, trattamenti socio-terapeutici esterni per chi ha problemi di dipendenza, case famiglia per detenute madri, accordi con le centrali della cooperazione sociale, dell’artigianato e del mondo dell’industria per facilitare inserimenti lavorativi di persone in esecuzione penale;
– la riduzione del ricorso all’isolamento e totale eliminazione delle ‘celle di punizione’;
– forme di prevenzione degli abusi;
– soluzioni alternative al carcere per madri detenute;
– l’implementazione di personale, in primis quello medico, con periodica valutazione psicologica;
– l’implementazione del numero di direttori e vice-direttori, affinché ogni Istituto abbia i propri dirigenti;
– una formazione più qualificata agli operatori del mondo carcerario, fornendo loro strumenti adeguati a svolgere al meglio un lavoro difficile, logorante e pericoloso;
– una reale attuazione della ‘sorveglianza dinamica’, consistente non nel semplice controllo statico dei detenuti da parte della Polizia penitenziaria, bensì incentrato sulla conoscenza e sull’osservazione della persona.