Vicenza – 15-16 Marzo, Direzione nazionale di Meritocrazia Italia: ‘Bene una pausa di riflessione: per un’autonomia che meritiamo”

Vicenza – 15-16 Marzo, Direzione nazionale di Meritocrazia Italia: ‘Bene una pausa di riflessione: per un’autonomia che meritiamo”

Si è appena conclusa a Vicenza, presso il Centro Congressi Viest Hotel, la Direzione Nazionale di Meritocrazia Italia, nel corso della quale è stata promossa una tavola rotonda sul discusso tema dell’ “autonomia differenziata, opportunità o involuzione”.

Il dibattito, moderato dal giornalista Rai Attilio Romita, si è aperto con i saluti istituzionali del Vice Sindaco di Vicenza, Isabella Sala; del Presidente della Provincia Vicenza, Andrea Nardin; del Deputato FDI Silvio Giovine; del Coordinatrice Area Nord MI, Alessandra Magnabosco e del Coordinatore Nazionale MI Alessandro Serrao. Il Segretario Nazionale MI Annamaria Bello ha invece introdotto il dibattito che ha visto come relatori:
Roberto Fico, già Presidente della Camera dei Deputati M5S ha espresso opiniome contraria all’autonomia: “L’istruzione rappresenta la nostra identità nazionale. Se ciascuna regione legifera in maniera autonoma si crea divisione e divario, più burocrazia e meno efficienza”. L’ex Ministro ha, inoltre posto l’accento sulla necessità di investire efficacemente nel Sud Italia: “Penso che i fondi debbano essere gestiti a livello nazionale in modo che tutti possano crescere in modo uniforme, come prevede la Costituzione. Credo che sia una riforma che possa dividere il Paese, non solo tra nord e sud, ma anche con i quartieri più in difficoltà che sono presenti anche al nord, non solo al sud”.
Andrea Giorgis, Senatore Pd, ha evidenziato che la riforma, per come impostata, potrebbe avere derive deleterie sul Paese introducendo una differenziazione fuori quadro costituzionale che rischia di aumentare le disuguaglianze sotto il profilo economico: “Abbiamo bisogno, soprattutto in alcune materie, di avere una legislazione unitaria e/o europea. Il Titolo V, con tutti i suoi limiti, prevede all’ art 117 lettera M che prima di tutto si debbano garantire condizioni di uniformità in tutto il paese per i livelli minimi di prestazione”.
Giuseppe Cataldo, Ministro politiche del lavoro e inclusione sociale MI: “tra i pro e i contro, vi è la via di mezzo del confronto, in quanto noi crediamo che le ragioni promosse siano facce della stessa medaglia. Quando parliamo di una trasformazione del modello organizzativo bisognerebbe fare prima un’analisi costi/benefici, valutando bene ogni soluzione al fine di rendere efficace il sistema”.
Paolo Tosato, Senatore Lega e Relatore al Senato sull’Autonomia Dierenziata: “Quando si parla di autonomia è fondamentale ricordare l’ art. 5 della Cost. e le riforme che ne sono susseguite, prodromiche rispetto al disegno di legge di cui si discute. Più che parlare di una riforma “Spacca Italia” dovrebbe invece ritenersi che debba essere inaugurato un percorso che dia concreta attuazione al decentramento come descritto dai Padri Costuenti”.
Sergio Berlato, Europarlamentare FDI: Abbiamo appoggiato questa riforma convinti, sulla base dei seguenti principi: l’Autonomia Differenziata non deve mettere in discussione l’unità del Paese, non deve andare in rotta di collisione con solidarietà, e non deve essere vista come ricerca di privilegi ma come assunzione di responsabilità. È una sfida che le regioni devono vincere per garantire con le stesse risorse migliori servizi ai cittadini con migliori tempi di risposte.
Paolo Patrizio, capo Gabinetto MI: “Questo confronto è già una vittoria importante di MI, che è riuscita a coinvolgere politica, istituzioni e rappresentanze per discutere sul merito della problematica, in senso costruttivo e non distruttivo o di mero consenso elettorale. Il vulnus di ogni discussione sull’Autonomia Differenziata risente dell’incertezza su come sarà realizzata in concreto, in quanto i cittadini risultano spaesati e confusi sul tema, perché l’antagonismo politico ha creato deficit comunicativi che hanno messo in ombra pregi e difetti della riforma generando confusione e disorientamento. Le diverse considerazioni oggi espresse a sostegno o in opposizione della problematica sono tutte corrette in sè, ma oltre al combinato disposto degli artt. 116 e 117 Cost non va dimenticato il dettato dell’art. 119 Cost, in veste garantistica della coesione sociale, del progresso collettivo e del’effettivo esercizio dei diritti dei cittadini in ogni area del Paese.
Uniamo le idee non dividiamole”.
Alessandro Trentin, Presidente Confimi Apindustria Veneto, favorevole all’Autonomia differenziata: “Il Paese dovrebbe avere 20 regioni a statuto speciale come nei paesi più competitivi. Se in 150 anni siamo andati avanti in questo modo, con un divario tra nord e sud che aumenta sempre di più, com’è possibile opporsi ad una riforma come quella dell’autonomia che cerca di diminuire tale divario”.
Diego Fusaro, filosofo, ha commentato gli intereventi delle forze politiche esprimendo apprezzamento per la impostazione del dibaditto, libero e senza condizionamenti: “Non basta individuare la legittimità costituzionale della riforma ma occorre ponderare effetti e conseguenze. Trovo giusto evitare di cadere nel solito dibattito Sud/Nord. Non è importante concludere con un si o con un no ma un confronto come quello di oggi è sicuramente un ottimo punto di partenza con la consapevolezza che siamo nani sulle spalle di giganti”.
Massimiliano Borghese, Direttore area Economia e Finanza MI: “Per approcciare il concetto di Autonomia Differenziata bisogna chiarire i due concetti di solidarietà e senso di appartenenza alla collettività. È tempo di vivere da eroi. Attualmente gli eroi della nostra società sono i cittadini che lavorano in ambito salute, sicurezza ed istruzione per garantire lo stato di diritto.”
Roberto Cota, già Presidente della Regione Piemonte FI: ” Affinché ci sia devoluzione occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni e i costi perché se si trasferiscono delle competenze, bisogna attribuire anche i fondi per poterle esercitare. Questa la ragione per cui tale riforma va applicata con cautela”.
Al termine del confronto sono seguite le conclusioni del Presidente Nazionale di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello: la dialettica tra pensieri contrastanti cela un forte deisiderio di libertà che MI cerca di catturare tramutando le diverse prospettive in comune sentire. MI alla luce del dibattito registratosi consiglia al Governo di porre in essere misure preliminari che garantiscano i livelli essenziali delle prestazioni essenziali prima di mettere in pratica riforme le legislative di autonomia differenziata che potrebbero essere dannose non tanto sul lato organizzativo, ma sull’identità di Stato su cui la Storia del nostro Paese ha costruito l’attuale assetto democratico. Ben venga una pausa di riflessione che sappia cogliere la nuova gestione del potere pubblico come opportunità di miglioramento e non motivo e punto dei ritunari scontri sociali. L’italia non ha più bisogno di punti divisivi, deve investire sulla identità di Stato autentica, efficace ed efficiente, senza barriere e senza discriminazione.
Nella giornata di sabato il giornalista Andrea Fragasso ha illustrato il proggetto del merito ideato da Meritocrazia Italia. Il Premio al merito si prefigge di omaggiare chi si sia distinto nel campo dell’imprenditoria, dell’ecologia, del sociale, del digitale, della comunicazione e delle start-up. Ciascuno dei dirigenti di Meritocrazia potrà nominare soggetti che ritiene meritevoli e successivamente una giuria di qualità, assolutamente trasversale, assegnera’ i “premi al merito”, che saranno consegnati presso l’aula del Senato.
Al termine di queste due giorni di lavoro, e dopo aver ascoltato le ragioni espresse dalle forze politiche e dai rappresentanti territoriali ed istituzionali intervenuti nel confronto, Meritocrazia Italia evidenzia la necessità di non accentuare la spaccatura e la polarizzazione del Paese su posizioni di conrtrapposizione netta, sulla necessaria scelta di adesione totalizzante piuttosto che di bocciatura senza riserve, ma di foraggiare la convergenza delle differenze e delle corrette considerazioni di merito espresse sulla vicenda, così da provare a migliorare le criticità di una riforma che, comunque, affonda le proprie radici nella Carta Costituzionale e che, nell’ottica dei padri costituenti, avrebbe rappresentato un punto di approdo del percoso di decentramento, finalizzato però al miglioramento della indispensabile e prioritaria garanzia, uniformità ed attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni in ogni ambito locale, mai dimenticando come questi devono rappresentare il minimo comune denominatore e l’irrinunciabile punto di partenza di ogni discussione. Le riforme si possono e si devono fare per favorire la crescita del Paese, ma è bene discuterne a fondo ed in senso corale, affinchè il miglioramento atteso sia frutto di consapevolezza e di analisi completa delle diverse variabili e criticità in campo.
Meritocrazia Italia torna, pertanto, a richiedere, come già espresso nel precedente comunicato del 24/01/2024, che la richiesta di concessione di autonomia differenziata sia subordinata non solo alla determinazione dei LEP ma anche alla presentazione di un’attenta analisi delle prerogative essenziali per l’adozione di una modifica strutturale di tale impatto, chiedendo la preventiva disamina e verifica delle risorse/competenze indispensabili a gestioni di gran lunga più complesse delle attuali in materie fin ad ora di competenza nazionale.
Non possiamo dimenticare l’esigenza di garanzia della coesione sociale del Paese e che in un’epoca in cui l’Italia ha scelto di delegare alcune materie alla competenza sovranazionale dell’Unione europea per ragioni di armonizzazione e per avere maggiore peso geopolitico, parrebbe azzardato trasferite in blocco e senza preventiva analisi di programmazione tutte le competenze previste dall’articolo 116 ad una o più Regioni, senza peraltro prevedere soglie massime di compartecipazione al singolo tributo erariale, al fine di tranquillizzare i cittadini sul fatto che lo Stato avrà comunque le risorse necessarie per assolvere alle sue funzioni non delegabili.
Continuiamo, pertanto, confrontarci a viso aperto sulla materia, senza alcun limite ideologico e di appartenenza politica ma solo al fine di scegliere la strada migliore per i cittadini ed il Paese, perchè è questo che fa la cittadinanza attiva ed è questo che fa Meritocrazia Italia.
Vicenza, 16.03.2024 ​
​​​​​​​ ​
Stop war.



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